Un raggio di sole per il comparto immobiliare: lo manda la Bce

bceNel quadro comunque disarmante del mercato immobiliare una volta tanto l’ultima notizia che arriva dagli organi di informazione non è l’ennesima batosta ma, al contrario, è un concreto segnale di speranza perché firmato Banca centrale europea. La Bce ha infatti rilasciato a fine luglio il suo ultimo studio sul tema della crisi dei mutui e l’acquisto di immobili.

Vi sono, secondo l’istituto con sede a Francoforte, alcuni segnali positivi che riguardano il trimestre ancora in corso: “Nelle valutazioni prospettiche degli intermediari l’irrigidimento delle condizioni di offerta si starebbe interrompendo nel trimestre in corso”, rileva l’indagine della Bce. “Si è, invece, del tutto interrotto – spiega ancora il rapporto- l’irrigidimento delle condizioni di offerta dei prestiti rivolti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni, riflettendo le prospettive meno sfavorevoli per il mercato immobiliare. Secondo le valutazioni degli intermediari le politiche di offerta rimarrebbero invariate nel trimestre in corso”.

Un segnale importante per le famiglie ma anche per l’intero comparto immobiliare che anela un po’ di ossigeno ormai da qualche anno, con i prezzi delle abitazioni che sono scesi di circa il 5% nel 2012 ma con il numero di affari portati a termine che ha continuato a scendere incurante delle offerte a prezzo migliorato e le tempistiche per la andata a buon fine di una compravendita che dai sei mesi del 2008 e passato ai 10 del 2012, quasi il doppio del tempo.

Questo elemento di interruzione del cosiddetto credit crunch se si confermerà come nelle previsioni della Bce potrebbe significativamente contribuire, ancora prima che a rilanciare effettivamente il mercato, quanto meno a restituire fiducia a chi vende, a chi vuole comprare, a chi svolge compiti da intermediario e anche a chi costruisce. In particolare le famiglie hanno un disperato bisogno di un segnale di fiducia e di incoraggiamento all’acquisto (e alla spesa in genere) perché, proprio come avviene nel mondo del lavoro, abbondano ormai nel nostro paese anche le famiglie “sfiduciate”, che all’idea di potersi comprare un immobile non ci credono più, magari perché sicuri che la banca non approverà il finanziamento necessario se non a condizioni proibitive, e quindi non si mettono neppure a cercarlo rinunciando in partenza all’obiettivo di diventare proprietari di casa.

Dopo le comunicazioni della Bce resta però l’altro scoglio fondamentale: la lealtà degli istituti di credito che deve essere cristallina, come sarebbe necessario ma come non semppre è avvenuto in questi tempi di crisi (come quando la Bce abbassava il tasso di sconto e per i risparmiatori non c’era comunque alcun giovamento). La fiducia alle famiglie, come sostengono anche i rappresentanti delle agenzie immobiliari, la può restituire solo la banca di casa, non certo la Bce. Aspettiamo al varco gli istituti di credito, che sono arrivati ormai a non finanziare più del 50% del valore di un immobile a fronte di oltre il 70% di cui erano disposte a farsi carico solo qualche anno fa.