A prevederlo è il decreto numero 63, varato lo scorso 4 giugno, con margini di manovra per l’attività di informazione e sensibilizzazione davvero troppo risicati. Di fatto l’attestato di prestazione energetica è l’erede dell’Ace (Attestato di certificazione energetica degli edifici), diventando però – a differenza del suo predecessore – obbligatorio per tutti gli immobili di nuova costruzione, ma anche in caso di compravendita o locazione di edifici preesistenti.
Se è vero che l’attestazione poi dura per 10 anni, è altrettanto vero che per farsela rilasciare occorrono dai 300 ai 500 euro, e che per chi si trova a vendere un immobile o ad affittarlo è una spesa non indifferente, che rischia di trasformarsi nell’ennesimo balzello che frena la ripresa del mercato immobiliare.
Il 24 giugno a Udine si sono dunque riunite le due associazioni di categoria per chiedere al governo Letta una rivalutazione della norma, che rischia di generare confusione e soprattutto problemi anche consistenti ai cittadini: le sanzioni infatti vanno dai 3.000 ai 18.000 euro per chi vendesse un immobile senza l’attestato di prestazione energetica e da 300 a 1.800 per chi lo locasse senza aver provveduto a farsi rilasciare il documento. Addirittura chi pubblicasse annunci senza indicare l’indice di prestazione energetica potrebbe ricevere una sanzione amministrativa da 500 a 3.000 euro: una multa davvero spropositata, se si pensa che in sede di impaginazione o stampa possono capitare infiniti accidenti e che la mancanza comunque verrebbe sanata al momento della compravendita o dell’affitto dell’immobile.
Fimaa e Fiap ribadiscono la loro preoccupazione per un impianto normativo che diviene di giorno in giorno più intricato: “Oltre alla flessione del prezzo degli immobili, i proprietari devono fare i conti con oneri accessori sempre più gravosi”. Per gli agenti poi, “appesantiti da un’infinità di adempimenti”, lavorare è sempre più difficile.
In vista del vertice degli stati generali delle Costruzioni, convocato in Regione Friuli Venezia Giulia per mercoledì 26 giugno alle 18, le due sigle sindacali stanno cercando di creare convenzioni con professionisti che agevolino gli utenti. “Ci appelleremo – spiegano gli agenti – affinché vi sia una proroga dei termini, altrimenti ci troveremo un ulteriore danno per il mercato delle case già in forte crisi da anni”.