L’appello è stato lanciato lo scorso 2 luglio dall’Auditorium delle Tecnica, sede capitolina di Confindustria dove si è celebrata la convention “Più mondo in Italia per la crescita delle imprese italiane”. Con la domanda interna e la capacità di investimento nazionale al palo, l’obiettivo primario deve dunque essere quello di rendere più appetibile il sistema agli occhi di investitori stranieri, che ancora possono investire come dimostrano le recenti casistiche che hanno visto il fondo sovrano qatariota impegnarsi sia in Costa Smeralda sia nella città di Milano.
“La competitività di un Paese – ha spiegato Giuseppe Recchi, presidente di Eni e anche del Comitato Investitori Esteri di Confindustria, tra i relatori assieme al direttore generale di Assoimobiliare, Paolo Crisafi – si percepisce dai capitali che riesce ad attrarre, poiché le imprese si localizzano e investono dove è più facile fare affari. Non esiste il paradiso degli investimenti”, ha aggiunto il presidente, puntualizzando che in ogni contesto si valutano le opportunità, i costi e la burocrazia, che nel nostro Paese risulta per chi ci guarda dall’estero davvero troppo asfissiante e mutevole.
Abbattere la burocrazia dunque è anche – se soprattutto nell’immobiliare – una delle esigenze vitali. Ma tra le azioni che il governo può mettere in moto per sbloccare lo stallo attuale ci sono anche tutte quelle miranti a valorizzare l’enorme patrimonio pubblico. È dunque essenziale “incentivare la finanziarizzazione dei patrimoni – si spiega nella nota di Confindustria – per renderli liquidi e finanziabili con diverse fonti di finanziamento”. Un’azione da coniugare però con il perfezionamento di strumenti come i Fondi Immobiliari e i Siiq, macrostrutture che all’estero funzionano benissimo e che in Italia debbono ancora esprimere tutto il loro potenziale. È indispensabile infine procedere ad un’esaustiva e strutturale “analisi e riorganizzazione dei patrimoni”, prevedendo piani anche frazionabili di valorizzazione, attuabili per stralci anche in momenti così complessi dal punto di vista congiunturale.
Senza questi interventi normativi rischia di essere vanificato l’enorme sforzo di promozione all’estero che associazioni come Fiaip (Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali= stanno facendo. L’export immobiliare, che negli ultimi mesi sta registrando trend di crescita davvero significativi, che in alcune regioni del Paese arrivano anche al +68% su base annua: non cogliere questa enorme chance per riagganciare al ripresa sarebbe davvero imperdonabile.