Obama vara la riforma immobiliare, e Letta? – Blog Banca Delle Case

Il 7 agosto trapelano voci dalla Casa Bianca che descrivono il presidente americano Barack Obama intento a riscrivere le regole e gli incentivi per una riforma del mercato immobiliare statunitense. Il tutto mentre in Italia la scena politica è occupata dalla querelle sulla condanna definitiva a Silvio Berlusconi e il premier Enrico Letta cerca di distogliere l’attenzione dai problemi della sua traballante maggioranza parlando di un ripresa economica alle porte.

Invero il presidente del consiglio ha, nel suo piccolo, anticipato Obama, annunciando che la rimodulazione dell’Imu avverrà a brevissimo e che sulla questione tanto dibattuta si scriverà la parola fine entro il 31 agosto. Ma basterà per ridare ossigeno ad un settore falcidiato dal crollo del potere d’acquisto e dal credit crunch?

Le associazioni di categoria di costruttori e agenti immobiliari chiedono da tempo ciò che il presidente Usa sembra abbia in animo di fare: Obama ha chiesto 15 miliardi di dollari per intervenire nelle località disastrate dagli uragani; qui la ricostruzione dell’Aquila e dell’Emilia sostenuta con fondi pubblici va a passo di lumaca, ma d’altronde si aspetta ancora che vengano terminati i lavori per il post terremoto del Belice del 1968. La riforma del mercato immobiliare a stelle e strisce prevede un ripensamento del mercato dei mutui, con la mano pubblica presente come garante e i capitali privati incentivati; nel Belpaese le banche fanno il bello e il cattivo tempo, e ottenere un mutuo prima casa è sempre più difficile, anche per l’assenza di adeguati strumenti di garanzia pubblici. Oltre Oceano si parla di facilitazioni per gli affitti e incentivi alla rinegoziazione dei prestiti; qui l’Imu strangola chi ha un appartamento da locare.

La riforma del mercato immobiliare statunitense è in discussione e forse arriverà a compimento con ritardi e limiti. Ma almeno il concetto che senza la ripresa del mercato immobiliare non l’economia non può ripartire è ben chiara nella testa del presidente Obama.