L’immobiliare sta vivendo un tracollo senza precedenti nel secondo dopoguerra: una contrazione del mercato che sta falcidiando imprese, posti di lavoro e Pil. Nel 2012 il volume delle compravendite di abitazioni è sceso, rispetto all’anno precedente del 25,7%, bruciando affari per 27 miliardi di euro, come emerge dal report dell’Osservatorio dell’Agenzia delle Entrate presentato il 15 maggio. Una recessione che si spiega anche con l’ulteriore flessione dei prestiti bancari: secondo il report di maggio dell’Abi, i muti sono calati del 3,1%, scendendo a 1.458 milioni di euro, consolidando un trend negativo che ha visto praticamente un dimezzamento delle concessioni nell’ultimo anno.
Via al confronto sulle tasse e i mutui
Parte da questi dati la controffensiva che Abi e Ance, che si sono unite proponendo al governo misure concrete per far ottenere mutui più facilmente: innanzitutto l’istituzione di covered bond, obbligazioni bancarie garantite, sottoscritte da importanti investitori istituzionali come la Cassa Depositi e prestiti che negli ultimi mesi ha aperto un importante canale di dialogo con banche e costruttori. Questi strumenti potrebbero consentire alle banche di reperire sul mercato liquidità, utile per rimettere in circolo qualcosa come 10 miliardi di euro di finanziamenti per investimenti, in particolare nell’immobiliare.
L’altra leva essenziale per dare ossigeno all’immobiliare è quella di allentare la morsa fiscale, partendo da uno sconto sull’Imu. L’imposta andrebbe alleggerita sui soggetti che concedono immobili in locazione e azzerata su chi ne sta costruendo, garantendo così di rimbalzo canoni più bassi per gli affittuari con la prima mossa e la creazione di ulteriori posti di lavoro con la seconda misura.
Tra le altre proposte, degna di nota è quella della creazione di strumenti per favorire il “risparmio casa”, molto simili a quelli presenti in molti paesi europei: il governo, secondo la richiesta di Anci e Abi, dovrebbe prevedere agevolazioni fiscali per questi fondi di accumulo, in grado di essere poi divincolati, per facilitare la concessione di mutui per l’acquisto di immobili.
Infine è stata rinnovata l’istanza della proroga degli incentivi del 55% per le ristrutturazioni, in scadenza il 30 giugno. Una strategia che, oltre a favorire gli investimenti e garantire la creazione di posti di lavoro, darebbe finalmente sostanza ai tanti impegni verbali a favore del recupero del patrimonio edilizio e del risparmio del territorio da nuove cementificazioni.
Abi e Ance hanno tracciato una rotta che per il governo, e per il Paese, è alquanto obbligata: sconto sull’Imu e adozione di misure in grado di far ottenere mutui più facilmente sono leve essenziali per far ripartire l’immobiliare e con esso l’economia e l’occupazione.