Il tasso di interesse medio nell’Area Euro è fermo al 2,87%, in Italia a maggio era pari al 3,53%, 66 punti base in più rispetto agli altri 17 Paesi dell’unione monetaria. E questo nonostante la flessione maturata in un anno di ben 27 punti base. Non c’è da stupirsi dunque se nel primo trimestre di quest’anno le compravendite di immobili sono scese del 13,8% rispetto agli ultimi tre mesi del 2012.
A preoccupare non è solo il livello eccessivo degli interessi sui mutui, ma anche la difficoltà sempre maggiori con cui vengono concessi. Il rapporto di Confartigianato è allarmante anche sotto questo profilo: tra il 2011 e il 2012 la flessione dei mutui prima casa è stata del 37,4%. Peraltro si conferma una disparità territoriale: l’80,8% dei mutui per l’acquisto di casa è concesso a famiglie del Centro-Nord, solo il restante 19,2% a quelle del Sud. La Lombardia da sola assorbe il 24,5%, seguita dal Lazio (12,7%); il Veneto è sul terzo gradino del podio insieme all’Emilia Romagna, con il 9,2%.
A giugno 2013 le banche erano esposte per 364,1 miliardi: a tanto ammonta lo stock dei mutui erogati alle famiglie per acquistare casa, un plafond contrattosi dell’0,8% in un solo mese. Un andamento negativo che trova pochi paralleli nel Vecchio Continente: solo la Spagna fa peggio dell’Italia, con una flessione del 3,8%, mentre in Francia si è registrato un aumento del 2,7%, in Germania del 2,1%. Come detto è soprattutto il livello dei tassi d’interesse sui mutui (3,53% in Italia) a non trovare paragoni in Europa: la Francia è 76 punti base sotto (2,77%), la Spagna 63 (2,90%), la Germania 62 (2,91%).