Immobiliare, dagli Usa parte anche la ripresa: compravendite in aumento del 17,2% in un anno

Negli Stati Uniti è cominciata la crisi che sta attanagliando anche il vecchio continente, da li potrebbe essere partita la ripresa. La scoppio della bolla immobiliare e di quella finanziaria negli States trascinarono nel baratro anche l’economia reale. Ora però, proprio dal mercato immobiliare, giungono sostanziali segnali di miglioramento, che “poggiano su solide basi”, come si è affrettato a precisare Lawrence Yun, economista capo del Nar (Nationa association of relators, consorzio che si occupa di statistiche e analisi sul mercato del mattone).

A luglio le vendite di case negli Usa hanno toccato le 5,39 milioni di unità, mettendo a segno un incremento del 6,5% e quindi la miglior ripresa da quattro anni a questa parte (da novembre 2009), superando perfino le previsioni degli analisti che si fermavano a 5,15 milioni di compravendite.

Anche guardando all’andamento tendenziale il dato è più che lusinghiero: le vendite sono aumentate rispetto a luglio 2012 del 17,2%. Un balzo in avanti che molti analisti spiegano con la volontà di contrarre mutui prima che i tassi ritornino a crescere, e quindi indirettamente un segnale di ottimismo per il prossimo futuro.

Anche il costo medio del mattone è salito, del 13,7%, rispetto all’anno scorso: a luglio il prezzo medio di un’unità immobiliare è tornato a 213.500 dollari. Di pari passo con l’aumento dei prezzi e del numero di trattative concluse, è cresciuta anche la disponibilità di immobili in vendita, del 5,6%, raggiungendo i 2,28 milioni di case attualmente sul mercato.